Uno strumento angelico: l’arpa

agelo_arpaProf – mi chiede un alunno – come mai gli angeli vengono rappresentati sempre con l’arpa in mano?”  La domanda, meno ingenua di quanto sembri, ha un suo fondamento. Se è vero che nell’arte rinascimentale e barocca gli angeli sono stati raffigurati con quasi tutti gli strumenti in mano, dal liuto [il più gettonato] alla tromba [del Giudizio Universale?] all’organo [ci ricorda la chiesa], persino col tamburo [chissà cosa se ne fa un angelo del tamburo, forse era un angelo messaggero, un po’ come i pazzarielli napoletani…], è pur vero, però che l’arpa è uno degli strumenti angelici per eccellenza.

Il perché è presto detto ed ha anche fare con il timbro di questo straordinario strumento, nato circa 3000 anni fa in Egitto ma erede in qualche modo anche della citara greca: il suo timbro particolare comunica una sensazione di leggerezza e dolcezza che ben si accorda con l’immagine di un angelo che vola nel cielo terso.

0873_2008_12_18_calendario_fec_04_-_1_aprileE’ talmente vero che, in Italia, l’arpa è suonata pressoché esclusivamente da donne, [sbagliando, in altri paesi non è così, la suonano tranquillamente anche gli uomini, d’altra parte gli angeli… non hanno sesso!]. Si tratta del persistere di un  pregiudizio che si legava, nei secoli passati, con la leggiadria della figura femminile, ben lontana, nell’immaginario comune, da quella più moderna di Lara Croft o di Wonder Woman.

Ascoltiamo qualche minuto di musica suonata da un’arpista: https://www.youtube.com/watch?v=TnYCW8eWqQo. Si tratta del famoso poema sinfonico “La Moldava” di Bedrich Smetana trascritto per sola arpa. Certamente la trascrizione non restituisce la varietà del paesaggio che l’orchestra descrive nella partitura originale, ma ci mostra uno strumento molto espressivo ed etereo, quasi trasognato.

[Vuoi ascoltare il celeberrimo originale di Smetana? Eccolo qui: https://www.youtube.com/watch?v=oDBxfFq9EM0. E’ un poema sinfonico – cioè un brano che descrive un paesaggio, un racconto o un contenuto letterario – dedicato al corso del grande fiume che attraversa Praga, dalle sue sorgenti fino alla grande pianura dove va poi a sfociare nell’Elba

arpaL’arpa è uno strumento al contempo semplice e complesso. Semplice perché è l’evoluzione di un concetto elementare: tendere corde di diversa lunghezza e poi pizzicarle con le dita. Complesso perché nella sua plurisecolare evoluzione, che comprende i più svariati tipi di arpa, dall’arpa eolica all’arpa celtica, fino all’arpa da concerto, ha subito modifiche che ne hanno resa  molto complessa e delicata la meccanica.

Noi ci occuperemo dell’arpa da concerto, la sua versione più completa.

Quarantasette corde [Hai notato che sono di tre colori? Rosse i Do, nere i Fa, bianche tutte le altre..?], accordate sulla sola scala diatonica  [la scala di sette suoni: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, corrispondenti ai tasti bianchi del pianoforte, quindi escluse le cinque note alterate – i bemolli e i diesis – cioè i tasti neri. Attenzione però, poco più avanti scopriremo una particolarità di questa scala diatonica, che nell’arpa non è esattamente… di Do!]. Le corde possono essere di diverso materiale: di budello, di nylon, di budello rivestito di seta e di nylon, di acciaio, di carbonio. Sette sono i pedali, uno per ogni nota della scala, tre a sinistra (Si, Do, Re) e quattro a destra (Mi, Fa, Sol, La).

La scala diatonica di Do
La scala diatonica di Do

Ma non sono poche 47 corde?

Facciamo qualche calcolo: ogni scala diatonica comprende sette suoni, dividendo 47 per 7 fanno quasi sette ottave (47:7=6,7). Quindi l’arpa presenta un’estensione notevole, che si avvicina a quella del pianoforte, che con i suoi 88 tasti può contare su poco più di 7 ottave (88:7=7,3).

arpa-355Bene, ma come facciamo per le note mancanti (le note alterate)? Ecco venire in soccorso il sistema dei pedali a doppia tacca. Ogni pedale, per mezzo di un sistema a tiranti che corrono all’interno della colonna, può mettere in moto una serie di rondelle che, ruotando, per mezzo di due piccoli perni che vanno a premere sulla corda, ne alzano l’intonazione di mezzo tono, un po’ come il dito del chitarrista che preme la corda sulla tastiera. Quindi, se pizzichiamo per esempio la corda del Sol avremo: senza pedale il Sol bemolle, col pedale alla prima tacca il Sol naturale, col pedale alla seconda tacca, il Sol diesis. Sì hai letto bene, senza usare il pedale avremo il Sol bemolle, perché l’arpa è accordata… in Do bemolle! Una faccenda mica tanto semplice, ma ne vale la pena, visto il risultato!

allpedalsPizzicando le corde con le dita l’arpista può ottenere un gran numero di effetti sonori differenti. In genere, anche negli accordi le note vengono suonate di seguito e non contemporaneamente, da cui il termine arpeggiohttps://www.youtube.com/watch?v=0HrEiQCgCoM. Un altro effetto molto suggestivo dell’arpa è il glissandohttps://www.youtube.com/watch?v=_pEuscPwJ1s.

Per finire, ascoltiamo un brano per arpa sola intitolato La fontana, suonato dalla giovanissima arpista russa Alisa Sadikovahttps://www.youtube.com/watch?v=S1-LCnGojnw.

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